Dal 28 giugno 2025 l European Accessibility Act (EAA) è ufficialmente entrato in vigore, ridisegnando le regole del gioco per chiunque operi online in Europa. Siti, app, documenti e servizi digitali devono essere pienamente accessibili: un obbligo che in Italia tocca oltre 13 milioni di persone con disabilità, il 20% della popolazione. A livello globale il valore economico di questo pubblico supera i 500 miliardi di dollari l’anno, cifra che spiega perché l’accessibilità non è più un optional ma una leva di business.
Cosa rischia chi non si adegua dal 28 giugno 2025
A partire dalla data di entrata in vigore, un sito o un’app non accessibili espongono la titolare a denunce legali, multe fino al 5% del fatturato per le grandi aziende e fino a 40.000 euro per le PMI, oltre alla possibile esclusione dagli appalti pubblici e al ritiro dal mercato UE di software e servizi. Basta un solo elemento fuori posto — un pulsante privo di etichetta per screen reader o un modulo che non si naviga con la tastiera — per configurare una violazione. Le sanzioni variano paese per paese: in Germania si arriva a 100.000 euro, in Svezia a 870.000 euro, in Irlanda fino a 18 mesi di reclusione. La norma vale per ogni realtà che vende o eroga servizi nel mercato europeo, anche se ha sede all’estero.
I quattro pilastri dell’accessibilità digitale spiegati con esempi pratici
Il regolamento si traduce in quattro requisiti fondamentali: percepibilità, operatività, comprensibilità, robustezza. Un video con sottotitoli permette a chi non sente di percepire il messaggio; un checkout navigabile via tastiera consente a chi non usa il mouse di completare l’acquisto; messaggi di errore chiari evitano l’ansia dell’“Error 404” senza vie d’uscita; un codice robusto garantisce che gli screen reader interpretino correttamente ogni elemento. Se anche solo uno di questi pilastri crolla, l’utente abbandona e l’azienda perde un cliente, oltre a esporsi a rivalse legali.
E-commerce e GDO: la checklist per mettersi in regola oggi stesso
Il primo passo è un audit completo di sito e app, concentrandosi sui flussi critici: navigazione, pagine prodotto più visitate, carrello e pagamento. I difetti più frequenti sono immagini prive di testo alternativo, contrasti insufficienti, formilari incomprensibili, pulsanti inaccessibili da tastiera. Correggere richiede un mix di strumenti automatici e test manuali condotti da esperti, seguiti da formazione continua di designer, developer e content creator. L’accessibilità non è una lista una tantum ma un processo iterativo che va integrato in ogni sprint. L’audit iniziale, personalizzato in base a dimensioni aziendali e stack tecnologico, diventa la road map per rimanere conformi nel tempo.
Pubblica Amministrazione: perché è indietro e come recuperare il terreno perso
Le PA restano fanalino di coda per sistemi obsoleti, PDF inaccessibili e moduli non compatibili con le tecnologie assistive. Il problema nasce da infrastrutture frammentate e carenza di competenze interne, tuttavia la volontà di cambiare è crescente: AccessiWay segue oltre 300 enti che stanno riscrivendo il proprio patto con i cittadini, partendo proprio dalla rimozione delle barriere digitali.
Come si misura davvero l’accessibilità: strumenti, test e metriche
Axe, WAVE e AccessScan individuano gli errori più banali, ma la conformità vera si ottiene solo combinando l’automazione con verifiche manuali e user test condotti da persone con disabilità. Le WCAG forniscono linee guida chiare, superare il livello AA richiesto dall’EAA richiede però valutazione umana e manutenzione costante.
Accessibilità come vantaggio competitivo: il business case in cifre
Un sito accessibile carica più velocemente, ranka meglio su Google, converte di più e fidelizza il cliente. Il potere di spesa globale delle persone con disabilità vale 13.000 miliardi di dollari: ignorarlo equivale a chiudere i battenti a un mercato enorme. Pensiamo al settore travel: ancora oggi prenotare un volo è un’odissea per un ipovedente che non riesce a trovare la barra di ricerca. L’EAA impone di colmare queste lacune, trasformando l’inclusione in esperienza utente superiore e differenziatore sul mercato. Quando l’accessibilità è al centro del design, tutti gli utenti beneficiamo di un digitale più chiaro, veloce e affidabile.